Chiunque abbia una suocera avrà vissuto qualche tensione nel rapporto. Ma perché è così difficile andarci d’accordo? A volte si tratta di un problema “oggettivo”, nel senso che la madre di nostro marito e’ davvero gelosa di noi, e’ soffocante e intrusiva. Desidera essere sempre messa al corrente di tutto e su tutto vuole dire (o meglio imporre) la sua opinione. Tanti film, tanti libri hanno toccato questo argomento, magari esagerando alcune dinamiche, ma sempre cogliendo un pezzo di verità.
Non sempre, però, questo succede; alcune volte la suocera si comporta in modo normale, è gentile e disponibile, ma, lo stesso, il rapporto tra nuora e suocera è teso. E come mai? Perché può accadere che la suocera venga vissuta come la madre cattiva, nel senso che si proiettano su di lei le ambiguità non risolte con la propria madre. Chi non e’ riuscita ad accettare le ambivalenze che esistono alla base del legame con la propria madre, tenderà a mettere in atto, magari inconsapevolmente, i meccanismi psicologici della scissione e della proiezione. Nel primo caso si tratta di tenere due oggetti psicologici separati, la mamma buona e la mamma cattiva, in modo distante tra di loro, nel secondo caso (la proiezione) a spostare su un altro individuo le proprie emozioni profonde.
La scissione e la proiezione sono meccanismi di difesa, usati nell’infanzia, dove il bisogno di avere certezze ben definite e’ forte (e infatti nelle favole esiste la fata solo buona, e, all’opposto, la strega soltanto cattiva). Poi queste dinamiche dovrebbero allentarsi, ridursi. Ma capita che in certi soggetti, o in certe situazioni stressanti, questo non avvenga e i meccanismi riappaiano. Ecco allora che la suocera, qualunque cosa faccia, viene percepita come un simbolo persecutorio, perché su di lei vengono appunto “buttati”, proiettati i vissuti negativi, che si fa fatica a riconoscere nella propria madre. Quest’ultima viene quindi idealizzata, un’immagine totalmente buona, contrapposta alla suocera, vista come del tutto insopportabile.
Dinamiche simili possono colpire, oltre la relazione suocera/madre, anche quella cognata/sorella. Quest’ultima viene vissuta come una persona amabile al 100%, mentre tutti i sentimenti negativi vengono, ancora una volta, scissi e buttati sull’altra lei, a noi non consanguinea, la cognata. Attivando, in questo modo, reazioni di invidia, di gelosia e di ripicche infinite.
I meccanismi di difesa della separazione e della proiezione, se spinti alle estreme conseguenze, sono davvero pericolosi, perché mettono in atto figure non concrete, ma solo immaginate. La propria madre (o la propria sorella) vengono percepite come assolutamente angeliche (mentre invece non lo sono) e la suocera o la cognata come cattive e aggressive (mentre a volte così non è). Insomma si finisce per vivere situazioni irrealistiche, che non hanno una base di realtà, ma solo di fantasia. E da qui si possono scatenare conflitti familiari impegnativi.
E’ importante capire quando attiviamo queste dinamiche psicologiche. Prima di tutto imparando a identificarle. E, in un secondo momento, a disattivarle, riconoscendo alla propria madre e alla propria suocera le loro caratteristiche reali, con le loro sfumature e ambiguità.