La Biblioteca di Pechino, nuovo polo culturale della città. Un avveniristico ecosistema architettonico che unisce natura e sostenibilità.

Nel quartiere orientale di Pechino esiste una libreria che assomiglia a una foresta di Ginkgo Biloba.
A questa antichissima specie arborea cinese si rifanno gli alberi metallici alti 16 metri che sono invece l’architettura portante di un parallelepipedo trasparente di 75 mila metri quadrati, diventato la nuova Biblioteca pubblica di Pechino.
L’interno è una valley serpeggiante di legno fatta di gradinate e scaffalature.

Il futuro è digitale ma, oltre all’intelligenza artificiale, c’è soprattutto l’apprendimento vecchia maniera per i frequentatori. Al centro di tutto c’è il libro cartaceo, con le sue pagine da sfogliare e con cui fare esperienza primaria della parola. E’ quel mondo immaginario a cui attingere emozioni per fare della ricerca, un momento di crescita e di scoperta. Lo sanno bene i lettori, che siano grandi o piccoli. La Biblioteca di Pechino crea comunità e in una metropoli così futurista, uno spazio simile, che favorisce scambio e interazione sociale, diventa un valore assoluto soprattutto se ha una connotazione ecosostenibile.

E’ la più vasta area climatizzata al mondo con elementi fotovoltaici integrati. Una struttura pensata per creare quell’armonia tra il design più avanzato e l’ambiente circostante. È stato pensato addirittura un sistema sofisticato di raccolta dell’acqua piovana per irrigare il parco circostante. La Biblioteca ospita mostre, conferenze e un’officina di restauro dei libri antichi. Si conferma come un centro di apprendimento e di cultura, un pilastro della vita pubblica che crea condivisione e forma comunità, attraverso l’esperienza dei libri perchè “I libri -scrive Tiziano Terzani- parlano quando si ha bisogno. Tacciono quando si vuole silenzio e fanno compagnia senza chiedere nulla”. Se andate a Pechino, visitate dunque la Beijing City Library!